Mestruazioni e menopausa vincono gli Oscar.

Mestruazioni e menopausa vincono gli Oscar.

Alla cerimonia degli Oscar 2019 vince un docufilm sulle mestruazioni e sulle oppressioni che hanno vissuto e ancora vivono le donne in questo momento del loro ciclo in cui sono libere dal picco ormonale e quindi più se stesse, più espanse, più vere, più pericolose per chi ne teme la libertà.  Period. End of Sentence. Official Trailer di Rayka Zehtabchi.

Un documentario che descrive la vita di alcune giovani donne che in India, grazie all’iniziativa di una Ong, hanno creato una piccola azienda che produce assorbenti. Il film rivela che le lavoratrici più giovani hanno confidato alle madri dove lavoravano dopo molti mesi, mentre un’altra di loro, deve lottare contro il marito che continua ad osteggiarla in tutti i modi, anche picchiandola. “Ma io non smetterò di lavorare nella nostra piccola azienda: gli assorbenti hanno cambiato in meglio l’esistenza di milioni di donne”, dice Sushma.  Il film mostra come la produzione di assorbenti abbia evoluto la condizione delle donne del villaggio indiano, diventate più consapevoli, autodeterminate, liberate della condanna mensile della vergogna e del tabù.

E’ un evento molto importante che fa tornare l’ottimismo perfino a chi ha in casa gente come Pillon. 


Ma c’è un ‘altro particolare importante di questa edizione degli Oscar che riguarda, questa volta più indirettamente, le donne e la condizione ormonale. Alcuni degli artisti premiati hanno esplicitamente ringraziato le loro nonne. Per averli educati e sostenuti come hanno fatto. Cosa c’è di strano? C’è che l’evoluzione della specie, ne sono assolutamente convinta, passa proprio attraverso le nonne. E’ stato così neì millenni più oscuri della nostra evoluzione, quando la menopausa è stata “escogitata” dalla specie umana per sopravvivere alle terribili condizioni climatiche e di carestia liberando le donne dall’obbligo biologico della riproduzione e consentendo loro di andare a cercare il cibo più lontano. E’ stato così per tutte le civiltà prima del sopravvento delle società patrarcali, in cui le nonne erano alla guida dei villaggi e delle comunità.

Se oggi il mondo ha tanti problemi è perchè gli manca la guida esperta, saggia, e lucida delle nonne, uccisa dal sessismo, dal giovanilismo, dal machismo e dalla bigotteria di molte religioni basate su interpretazioni faziose. Dunque grazie a Mahershala Ali, candidato come miglior attore non protagonista per Green Book, che ha vinto l’Oscar per la migliore interpretazione non protagonista che ha ringraziato sua nonna: “È stata la mia eroina per tutta la mia vita. Mi ha detto che avrei potuto far qualunque cosa mi fossi messo in mente di fare, mi ha insegnato che, se non riesci la prima volta devi provare di nuovo e di nuovo sino al successo, mi ha insegnato a pensare positivo”. E grazie a Spike Lee, premiato per la sceneggiatura non originale di “Blackkklansmann”, che commosso la platea rendendo omaggio alla nonna “che era una schiava e ai nostri antenati che con il loro sacrifico e sopportando il genocidio dei nativi hanno costruito il Paese”. Grazie a chi si accorge di chi porta avanti il seme della civiltà e gli dà spazio..

Grazia Sferrazza Callea



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