La menopausa è un lutto.

La menopausa è un lutto.

La menopausa è un lutto: tutto ciò che eri non c’è più, i tuoi modi di fare soliti non ci sono più, perfino i tuoi desideri di prima non ci sono più. Il tuo corpo così come lo conoscevi non c’è più. C’è da non dormirci la notte! Da cadere in depressione! Si chiama ansia da menopausa. Sapete, le donne belle, quelle super corteggiate, sono quelle che soffrono di più dei disturbi della menopausa. Logico: sentire la loro bellezza svanire significa sentire di perdere l’identità. Ma attenzione! La menopausa è una rivoluzione, non una fine. Una metamorfosi come quella del bruco che si dispera e si dibatte nel panico nel momento in cui sta diventando farfalla. È vero, i comportamenti non sono più i nostri. Ma siamo sicure che i comportamenti che abbiamo avuto nell’età fertile fossero davvero nostri? Eravamo noi ad innamorarci, oppure era la spinta degli estrogeni a muoverci verso la ricerca di un padre dei nostri figli? Eravamo noi a volere una bella casa oppure era il progesterone a obbligarci a creare un nido accogliente per la nostra prole? Eravamo noi ad essere attente, pronte, svelte e organizzate senza mai sentire la fatica o invece era il nostro sistema ormonale che garantiva la perpetrazione della specie e l’accudimento della prole? Sappiamo così poco di noi stesse! E quel poco che sappiamo è legato a stereotipi, pregiudizi, credenze. In ogni caso gli ormoni che hanno governato i nostri comportamenti adesso non ci sono più è per noi è un lutto. Come uscirne? Pensando a cosa resta dopo la loro partenza: la libertà. La libertà di essere noi stesse, di avere i nostri desideri autentici, di amare un uomo senza l’obbligo di paternità (anche se è il padre dei nostri figli) di avere una bella casa perché ci piace il decor e non perché deve essere un nido, di dedicare spazio alla riflessione, alla cultura, all’arte e anche al riposo e non solo all’accudimento. In questo modo può nascere una nuova me. Diversa, più riflessiva, che dedica tempo all’attività fisica e alla cura di se, che coltiva arte e bellezza e che diventa un esempio scintillante per le nuove generazioni. Anche il passaggio evolutivo dall’infanzia alla vita adulta ha richiesto il suo lutto: l’adolescenza. Abbiamo dovuto imparare a fare a meno della bambina che eravamo per poter crescere. Adesso, per il secondo, prezioso passaggio dalla vita riproduttiva alla vita saggia, dobbiamo imparare a fare a meno della donna schiava della biologia e diventare la donna libera che possiamo essere.



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