L’ALTERNATIVA ALLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA NON E’ L’ACCETTAZIONE

L’ALTERNATIVA ALLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA NON E’ L’ACCETTAZIONE

Quando espongo il mio punto di vista sulla menopausa che esclude l’utilizzo della terapia ormonale sostitutiva, in genere, il pubblico di donne che ascolta si divide in due grandi categorie.

La prima è quella delle “favorevoli entusiaste della natura” che accolgono con gioia e sottolineano che bisogna “lasciar fare alla natura”.

Mentre la seconda è quella delle “dolenti arrabbiate” che urlano imbufalite che una menopausa senza dolori, malanni, malattie è un diritto e loro non vedono perchè non prendere farmaci se aiutano a stare meglio.

La questione però è tutta un’altra.

E’ evidente che l’accettazione della menopausa così come è posta dal paradigma della nostra cultura occidentale è praticamente impossibile, è da suicidio. Chi ha voglia di accettare l’idea che hai imboccato il triste viale del tramonto? Che non vali più come donna perchè non servi più a niente? Che il sesso e finito? Che ora sarai preda di ogni malattia? Che la secchezza vaginale è sicura e definitiva?

Solo al pensiero della menopausa così come la prospettano i medici le donne vanno in panico. E infatti, ai primi sintomi di premenopausa, passano le notti con gli occhi sbarrati dal terrore, cominciano ad avere la gastrite, sono certe di non essere più attraenti e rifiutano il sesso, si precipitano sui dolci e ogni tipo di catastrofe predetta dai medici, fatalmente, si avvera.

Quindi si ricorre ai farmaci e guai a dire che sono dannosi (e lo sono) o che non servirebbero (come negare la violenza dei sintomi?).

La questione sta nel paradigma.

Forse non tutte ricordano che la terapia Ormonale Sostitutiva nasce alla fine degli anni sessanta ad opera di un medico statunitense che, dopo aver scoperto gli ormoni sessuali, decretò che la mancanza di questi nelle donne dopo i 50 anni era colpa di UN ERRORE NEL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA BIOLOGICO FEMMINILE, un errore a cui si poteva mettere rimedio inserendo artificialmente gli ormoni mancanti.

UN ERRORE????

Pensare ad un errore invece di ricercare la causa reale e biologica è un atteggiamento tipicamente patriarcale e sessista che non è per nulla scientifico.

La chiave sta nel cambiare il paradigma: non si tratta di accettare la menopausa come errore, come fine dell’identità femminile occidentale (giovane, sensuale e fertile) ma nel prendere consapevolezza di che cos’è la menopausa e a che cosa serve.

Perchè ogni evento biologico della nostra vita ha uno scopo.

E la menopausa non fa eccezione, anzi, il suo è uno degli scopi più evolutivi per l’individuo e per la specie.

Come affrontare la menopausa, dunque?
Non con una supina accettazione della lugubre visione culturale del nostro mondo culturale
Non con l’evasione drogata dei farmaci che fanno stare bene a costo di danni biologici ed esistenziali.
MA CON UN ATTO DI RIBELLIONE.

OK, D’ACCORDO IL CAMBIO DI PARADIGMA, MA PUO’ UN GESTO RIBELLE DISSIPARE I SINTOMI? PUO’ UN CAMBIO DI PROSPETTIVA FARCI STARE MEGLIO?

La risposta è sì.

Infatti la NorthAmerican Menopause Society (NAMS) ha redatto nel 2014 la lista delle terapie non ormonali più efficaci e al primo posto ha eletto LA TERAPIA COGNITIVA.

Conoscere cos’è la menopausa, sapere che non è la fine di tutto ma solo del ciclo fertile, sapere che è stato uno stratagemma escogitato dalla specie umana per sopravvivere ed evolvere, comprendere che ancora oggi ha uno scopo evolutivo importante di indispensabile guida delle nuove generazioni, è già rassicurante per la nostra coscienza e mette in pace il nostro inconscio.

Dunque possiamo dormire tranquille, non siamo sbagliate, non siamo inutili come dicono i medici, non siamo un crogiuolo di malattie.

Ma c’è di più. Se comprendiamo che la missione della menopausa è renderci sagge e cominciamo a praticare saggezza, allora le cose cambiano anche da altri punti di vista.

Per esempio. Come affronta il pericolo dell’osteoporosi una donna saggia?

Si informa con chi ne ha ricercato le cause (non si accontenta di chi le offre un farmaco che ne cancella il sintomo, sa che è meglio chiudere i cancelli prima che i buoi scappino). E così scopre che l’osteoporosi è correlata innanzitutto con il consumo di farmaci, primi tra tutti gli antidepressivi, gli anticoaugulanti e molti altri, e anche all’eccesso di cortisolo (l’ormone dello stress) e viene a conoscenza del fatto che uno dei fattori chiave dell’insorgenza è la mancanza di minerali essenziali e acidi grassi e che questi vengono ridotti dalla mancanza di equilibrio del microbiota intestinale. Quindi cosa conclude? Che deve curare la propria flora batterica, che deve coltivare la salute il più possibile per evitare di dover prendere farmaci, che deve alimentarsi con criterio salutistico e fare un minimo di attività fisica costante evitando gli stress inutili e dannosi al proprio stato di salute. Una donna saggia, che usa la saggezza come ribellione non si berrà mai la panzana che i latticini servono a contrastare l’osteoporosi e nemmeno penserà che l’osteoporosi sia una sfiga a corollario della menopausa.

Il gesto di ribellione è la saggezza e la saggezza è sempre la via migliore per uscire dai guai.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *